Papa Francesco contro Giulio II della Rovere
Mi piace proprio tanto questo Papa qui. Ha scelto anche un nome impegnativo come Francesco ma lui lo sa portar bene. Qualche Papa l’ho conosciuto anch’io quand’ero in vita ma a Papa Francesco non gli somigliava nessuno. Non sto parlando di somiglianza fisica ma bensì di affinità spirituale.
Che lotte con Giulio II della Rovere. Qualcuno in qualche biografia mia poco accurata ha osato dire che eravamo anche amici. Si, era proprio un bell’amico davvero! Una volta mi dette una bastonata così forte sul groppone che se ci ripenso mi fa sempre male anc’ora dopo quasi cinque secoli. Voleva che finissi alla svelta di affrescare la volta della Cappella Sistina ma per fare un lavoro così avevo bisogno di tempo. Ma lui nulla, duro come il marmo, voleva vedere l’opera finita in men che non si dica.
Si lamentava e poi aveva il coraggio di non pagarmi e andarsene in guerra fino a Bologna. Secondo me c’è andato apposta sul campo di battaglia: pensava che non gli andassi a chiedere quanto dovuto ma aveva fatto male i su’ conti. Ero più capoccione di lu’ e lo andai a scovare fin lassù col mi baio.
Giulio II era un megalomane e io con questa sua mania c’andavo a nozze ma da lì a dire che eravamo amici ce ne passa. Avevo bisogno di un committente facoltoso che mi permettesse di realizzare opere grandiose. Avevo progettato una tomba in marmo bianco di Carrara da far impallidire chiunque si sarebbe trovato al suo cospetto ma taglia di qui e taglia di là del progetto iniziale è rimasto proprio poco.
Insomma, qualcosa di bello si può vedere ancora a Roma in San Pietro in Vincoli ma è tutt’altra cosa rispetto al mio progetto primordiale pieno di statue, effigi e simboli che rimandavano alla casata Della Rovere.
In quanto a politici siete messi male parecchio ma in compenso avete un bravo Papa, un omo perbene. Qualche giorno vado a San Pietro a trovarlo così rivedo anche la mia Pietà che ho scolpito quando avevo solo 23 anni. Se trovo quel matto che qualche anno fa me la prese a martellate giuro che gliene faccio scolpire una uguale uguale sotto la mia supervisione e ogni volta che sbaglia gl’abbocco uno stinco.