Le opere della Pasqua: la Deposizione del Beato Angelico
L’opera della Pasqua che voglio proporvi oggi è la Deposizione dalla Croce dipinta a tempera su tavola dal Beato Angelico e da Lorenzo Monaco, oggi ubicata nel Museo Nazionale di San Marco, a Firenze.
La pala d’altare venne commissionata tra il 1429 e il 1432 da Palla Strozzi, per onorare la memoria del padre Onofrio. La destinazione finale scelta era l’altare della Sagrestia della Chiesa di Santa Trinita, trasformata in cappella di famiglia.
L’opera di fatto è uno dei capisaldi della produzione artistica matura dell’Angelico. Lo stesso Vasari ne fece menzione nelle Vite, ricordando come “mise tanta diligenza che si può, fra le migliori cose che mai facesse, annoverare”.
Angelico snaturò il modello più tradizionale delle pale d’altare caratterizzate da un impianto tipicamente medievale, sempre realizzate accostando più tavole dipinte separatamente e divise da colonnine e guglie.
L’Angelico volle introdurre un nuovo modello di pala con uno spazio all’interno del quale i personaggi e le storie narrate assumono una dimensione più solenne e monumentale, con accenti teatrali.
Dopo l’avvio dell’opera da parte di un altro frate pittore, il camaldolese Lorenzo Monaco, che eseguì entro il 1425 le tre cuspidi e la predella, la commissione venne affidata dagli Strozzi al Beato Angelico.
L’Angelico riuscì a coniugare il linguaggio antico di Monaco con il suo, più personale e moderno.

Chi si trova davanti al dipinto ha l’impressione di guardare un’opera teatrale in cui su muovono 28 personaggi.
Il centro della scena è occupato dal corpo di Cristo deposto dalla croce, sostenuto da alcuni personaggi che si affannano sulle due scale per sorreggerlo, affiancati dalle Marie piangenti. In primo piano colpisce la figura inginocchiata di un giovane in abiti contemporanei, identificato col Beato Alessio Strozzi, che sembra svolgere il ruolo di intermediario tra l’osservatore e l’evento sacro.
Il recente restauro ha messo in risalto la presenza del paesaggio sullo sfondo, con le colline della campagna toscana e una città turrita, Gerusalemme, che allude anche a Firenze.
La scena dove si muovono i personaggi è illuminata da una luce intensa che fa brillare le vesti in oro, come se realmente fossero irradiate dal sole.
Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
Easter works: the Deposition by Beato Angelico
The Easter work that I want to propose to you today is the Deposition from the Cross painted in tempera on wood by Beato Angelico and Lorenzo Monaco, now located in the National Museum of San Marco, in Florence.
The altarpiece was commissioned between 1429 and 1432 by Palla Strozzi, to honor the memory of his father Onofrio. The final destination chosen was the altar of the Sacristy of the Church of Santa Trinita, transformed into a family chapel.
The work is in fact one of the cornerstones of Angelico’s mature artistic production. Vasari himself mentioned it in the Lives, recalling how “he put so much diligence that it can be counted among the best things he ever did”.
Angelico distorted the most traditional model of altarpieces characterized by a typically medieval layout, always created by placing several panels painted separately and divided by columns and spires.
Angelico wanted to introduce a new model of altarpiece with a space within which the characters and the stories narrated take on a more solemn and monumental dimension, with theatrical accents.
After the work was started by another painter friar, the Camaldolese Lorenzo Monaco, who executed the three cusps and the predella by 1425, the commission was entrusted by the Strozzi to Beato Angelico.
Angelico managed to combine Monaco’s ancient language with his own, more personal and modern one.
Anyone standing in front of the painting has the impression of watching a theatrical work in which 28 characters move.
The center of the scene is occupied by the body of Christ taken down from the cross, supported by some characters who struggle on the two ladders to support it, flanked by the weeping Marys. In the foreground, the kneeling figure of a young man in contemporary clothing, identified as Blessed Alessio Strozzi, is striking. He seems to play the role of intermediary between the observer and the sacred event.
The recent restoration has highlighted the presence of the landscape in the background, with the hills of the Tuscan countryside and a turreted city, Jerusalem, which also alludes to Florence.
The scene where the characters move is illuminated by an intense light that makes the golden clothes shine, as if they were actually irradiated by the sun.
For the moment, the ever-your Michelangelo Buonarroti bids you farewell, making an appointment with you in the next posts and on social media.

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