Vittoria Colonna: i migliori libri dedicati alla mia amica carissima
“Decte cose volentieri accecto, e son certo quando l’arò, non per averle in casa, ma per essere io in casa loro, mi parrà essere im paradiso“, così scrissi in una lettera alla mia amatissima Vittoria Colonna.
Voglio proporvi alcuni dei libri più interessanti dedicati a Vittoria Colonna che potete trovare in questo periodo. L’ultimo della lista purtroppo è un po’ ostico da reperire: si tratta del catalogo di una mostra che curò qualche anno fa Pina Ragionieri, a mio avviso molto interessante.
Michelangelo e Vittoria Colonna
L’amicizia tra me e Vittoria Colonna ebbe luogo in un periodo di transizione epocale della storia italiana ed europea, che portò al primo tentativo di Riforma dentro la Chiesa.
Gli atti del convegno di Villa Finaly del 2019 coprono il periodo che va dall’assedio di Firenze all’apertura del Concilio di Trento e danno conto di quel «christiano nodo» che legò tra loro due delle più straordinarie personalità del secolo: io e Vittoria.
Poesia, pittura, religione sono aspetti complementari di aspirazioni e desideri comuni. La marchesa di Pescara e io manifestammo una visione alta della vita e della civiltà con uno sguardo fisso al mistero della fede cristiana. È proprio sul terreno della fede che la nostra amicizia si nutrì anche di poesie e dipinti spirituali, tema del convegno e dei contributi offerti da Alessandro Cecchi, Gianluigi Colalucci e Daniela Bartoletti Colalucci, Veronica Copello, Antonio Corsaro, Andrea Donati, Bruce Edelstein, Salvatore Lo Re, Carol Plazzotta, Paolo Procaccioli, Alessandro Rovetta, Tobia R. Toscano.
Michelangelo, Vittoria Colonna e gli “spirituali”
Il libro analizza il rapporto tra me, il gruppo di riformatori capeggiati dal cardinale inglese Reginald Pole e Vittoria Colonna, sullo sfondo della Roma di Paolo III, attraverso l’analisi dei disegni di Pietà e Crocefissione realizzati per l’amica poetessa ma anche delle statue della tomba di Giulio II in San Pietro in Vincoli.
Accanto ad essi vengono esaminati anche due piccoli dipinti che ebbero grande diffusione fra gli “spirituali”, due prototipi di Pietà e di Crocefissione, che si ritengono, per la prima volta, eseguiti sotto la diretta supervisione mia.
Tale acquisizione finisce con incrinare però una consolidata tradizione critica, secondo la quale avrei preferito affidare al solo disegno e alle sue mie ultime sculture la grandezza del mio tormentato animo di uomo e di artista.
Vittoria Colonna. Carteggio
Vittoria Colonna non concepì le proprie lettere come opere letterarie, da selezionare, correggere e pubblicare.
Eppure il suo carteggio – che risponde a diverse istanze, a cui corrispondono differenti toni, stili e linguaggi: brevi comunicazioni familiari, pagine di gestione amministrativa o politica, elogi letterari, veri e propri trattati spirituali, recensioni a opere di Bembo e Castiglione – costituisce una tappa obbligata per chi desideri avvicinarsi alle sue rime e alle sue prose.
Vi si trovano inoltre informazioni essenziali per ricostruire le cruciali vicende politiche, religiose e letterarie di quegli anni, di cui si offre la lettura personale e autorevole di chi vi partecipò in prima persona. Questa nuova edizione, che include le lettere dei corrispondenti, è corredata da un ampio commento storico che, insieme alle Appendici, si propone di colmare alcune delle lacune documentarie del carteggio.
Vittoria Colonna e Michelangelo
Questo è il catalogo della mostra curata da Pina Ragionieri che ebbe luogo a Casa Buonarroti dal 24 maggio al 12 settembre 2005.
Il catalogo è scandito da quattro saggi che introducono le sezioni in cui si articola il percorso espositivo.
“Vittoria Colonna, il Castello di Ischia e la cultura delle corti” (Ippolita di Majo) descrive gli anni della formazione nel raffinato ambiente dell’umanesimo napoletano. Busti, medaglie e opere a stampa ricreano il mondo di Vittoria, i cui tratti sono effigiati in due tavole di Sebastiano del Piombo (il ritratto della Collezione Cambó di Barcellona e il ritratto Harewood). Vittoria trascorre la precoce vedovanza tra Roma e l’amato castello di Ischia, circondata da letterati e artisti; seguono l’esordio letterario, il rapporto con il Bembo e l’avvio della meditazione religiosa che impronterà l’ultima fase della sua vita.
In “Vittoria Colonna e il culto della Maddalena” (Barbara Agosti) si ricostruisce la vicenda della richiesta avanzata dalla poetessa a Tiziano e a Michelangelo di dipingerle un’immagine della Maddalena. Vittoria ottiene da Michelangelo un cartone per un Noli me tangere, di cui la Casa Buonarroti conserva due disegni preparatori e una traduzione in pittura attribuita da molti al Pontormo. (Le intricate vicende di questa commissione sono indagate anche nel primo saggio del volume Tre saggi su Michelangelo di Michael Hirst.)
Alle tensioni spirituali di Vittoria, che si traducono nell’attività nel movimento penitenziale e nel dialogo con figure tra le più significative nel dibattito religioso dell’epoca, è dedicata la sezione “Vittoria Colonna e il dissenso religioso” (Gigliola Fragnito); da segnalare l’eccezionale presenza in mostra dell’unica copia superstite dell’editio princeps del Beneficio di Christo, stampata a Venezia nel 1543 nella stamperia di Bernardo de’ Bindoni e oggi conservata a Cambridge nella biblioteca del St John’s College, e del celebre ritratto del cardinale Reginald Pole oggi all’Hermitage, da molti critici ritenuto opera di Sebastiano del Piombo ma da Vittoria Romani convincentemente ricondotto a Perino del Vaga.
Infine “Vittoria Colonna e Michelangelo” (Vittoria Romani) che ricostruisce l’intenso rapporto tra me e la poetessa da cui scaturiranno opere come la Pietà di Boston e il Cristo e la Samaritana.
Qui due studi provenienti dal Louvre preparano alla visione del disegno del British Museum raffigurante la Crocifissione con il Cristo vivo, di cui possiamo seguire la genesi nel carteggio tra me e Vittoria. Vi si leggono i tratti di una delle fasi più tormentate della vita mia, quando il conforto che mi arrecò Vittoria era ormai prossimo ad abbandonarmi, lasciandomi a lungo, testimonia il biografo di Michelangelo Ascanio Condivi, «sbigottito e come insensato».
Ne potete trovare una copia QUA.
Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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