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La Scultura del giorno: Napoleone come Marte pacificatore del Canova

La Scultura del giorno che vi propongo oggi è Napoleone raffigurato come Marte pacificatore di Antonio Canova.

La storia di quest’opera comincia il 25 marzo del 1801, quando il presidente del governo provvisorio della Repubblica Cisalpina, Giovanni Battista Sommariva, prese carta e penna per richiedere a Canova una scultura di Napoleone, coronata dalla Vittoria. La grande opera era destinata ad arricchire il monumento alle armate francesi nel Foro Bonaparte a Milano.

La scultura in mamo di Napoleone scolpita da Canova, appartenente oggi alla Apsley House a Londra
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Canova accettò quella commissione ma era in tutt’altre faccende affaccendato. Nel settembre dell’anno seguente però, fu convocato a Parigi da Napoleone per fargli un ritratto. Trattenuto oltre il tempo necessario per realizzare il volto dell’imperatore, Canova si mise a realizzare il bozzetto in creta .

Una volta tornato a Roma, Canova firmò dinnanzi al ministro francese Francois Cacault il contratto vero e proprio per la realizzazione della scultura di Napoleone per un costo di 5.000 luigi. Da contratto quella scultura avrebbe dovuto avere proporzioni notevoli, con dimensioni accomunabili a quelle dell’Ercole Farnese.

Il gesso del Napoleone di Canova, alla Pinacoteca di Brera
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Per dar forma alla grande scultura, Canova adoperò un marmo che già era nel suo studio: lo aveva scelto in precedenza per un Cristo Risorto che però non aveva realizzato. Il 29 agosto del 1806 Napoleone come Marte pacificatore era terminato e lo espose nel suo studio.

Mentre in Italia l’opera fin da subito riscosse un grande successo tanto che Carl Lodwing Fernow giudicò il capo del Bonaparte come il suo migliore ritratto di sempre, quando arrivò in Francia non suscitò gli stessi entusiasmi.

Il gesso del Napoleone di Canova, alla Pinacoteca di Brera
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Napoleone in persona elogiò la fattura dell’opera ma ci tenne a dire che forse Canova era convinto che lui avesse vinto tante battaglie a pugni invece che con gli eserciti. Non fu apprezzata la nudità eroica della scultura, quelle chiappe nude e quella foglia di fico a tappargli i pisello.

Napoleone proibì categoricamente la mostra pubblica della scultura rendendola accessibile solo a qualche esperto d’arte e scultore. Fu nascosta dietro tendaggi pesanti e dopo la restaurazione fu spedita nei depositi di quello che sarebbe divenuto il Louvre.

Il gesso del Napoleone di Canova, alla Pinacoteca di Brera
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L’imponente scultura successivamente fu acquistata dalla corona d’Inghilterra che la donò al duca di Wellington, Arthur Wellesley, vincitore della battaglia di Waterloo. Nel 1817 il duca la fece sistemare nella propria residenza di Londra, dove tutt’oggi si trova.

Il libro

Se siete alla ricerca di un libro che vi racconti le opere del Canova e le metta in relazione con quelle di Thorvaldsen, vi consiglio Canova Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna.

Noto come il massimo esponente della scultura neoclassica e sommerso di commissioni artistiche, Antonio Canova si ispirò ai principi dell’arte classica e fu autore di capolavori che ridefinirono i canoni estetici della sua epoca, consacrandoli in una forma immortale che pochi altri suoi contemporanei riuscirono ad eguagliare.

Canova fu appellato come “il nuovo Fidia” ed esaltato da intellettuali coevi come Pietro Giordani. Il libro in questione mette a confronto il genio di Canova con quello dell’altro grandissimo scultore neoclassico, Bertel Thorvaldsen, che dalla natia Danimarca si trasferì a Roma dove le antichità classiche divennero per lui fonte di ispirazione, e dove l’attività febbrile di Antonio Canova lo stimolò a creazioni sempre più pregevoli.

Il libro lo trovate QUA.

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

Sculpture of the day: Napoleon as Mars the Peacemaker by Canova

The Sculpture of the day that I propose to you today is Napoleon depicted as Mars the peacemaker by Antonio Canova.

The story of this work begins on 25 March 1801, when the president of the provisional government of the Cisalpine Republic, Giovanni Battista Sommariva, took pen and paper to ask Canova for a sculpture of Napoleon, crowned by Victory. The great work was intended to enrich the monument to the French armies in the Foro Bonaparte in Milan

Canova accepted that commission but was busy with completely different matters. In September of the following year, however, he was summoned to Paris by Napoleon to paint his portrait. Detained beyond the time necessary to make the face of the emperor, Canova set about making the sketch in clay.

Once back in Rome, Canova signed the actual contract for the construction of the sculpture of Napoleon at a cost of 5,000 louis before the French minister Francois Cacault. By contract, that sculpture should have had considerable proportions, with dimensions similar to those of the Farnese Hercules.

To give shape to the large sculpture, Canova used a marble that was already in his studio: he had previously chosen it for a Risen Christ which, however, he had not created. On August 29, 1806, Napoleon as Mars the Peacemaker was finished and he exhibited it in his studio.

While in Italy the work immediately met with great success, so much so that Carl Lodwing Fernow judged Bonaparte’s head as his best portrait ever, when it arrived in France it did not arouse the same enthusiasm.

Napoleon himself praised the workmanship of the work and said that perhaps Canova was convinced that he had won so many battles with fists instead of with armies. The heroic nudity of the sculpture was not appreciated, those bare buttocks and that fig leaf to plug his peas.

Napoleon categorically forbade the public exhibition of the sculpture making it accessible only to a few art experts and sculptors. It was hidden behind heavy curtains and after the restoration was sent to the warehouses of what would become the Louvre.

The work was subsequently purchased by the crown of England who donated it to the Duke of Wellington, Arthur Wellesley, winner of the battle of Waterloo. In 1817 the duke had it placed in his residence in London, where it is still located today.

For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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