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Agli invidiosi e ai superbi

Questi versi son dedicatissimi agli invidiosi e a tutti quelli che non hanno altro scopo nella propria esistenza se non quella di disprezzare le fortune altrui.

‘ l’ho, vostra mercè, per ricevuto
e hollo letto delle volte venti.
Tal pro vi facci alla natura i denti,
co’ ‘l cibo al corpo quand’egli è pasciuto.
I’ ho pur, poi ch’i’ vi lasciai, saputo
che Cain fu de’ vostri anticedenti,
né voi da quel tralignate altrimenti;
ché, s’altri ha ben, vel pare aver perduto.
Invidiosi, superbi, al ciel nimici,
la carità del prossimo v’è a noia,
e sol del vostro danno siete amici.
Se ben dice il Poeta di Pistoia,
istieti a mente, e basta; e se tu dici
ben di Fiorenza, tu mi dai la soia.
Qual prezïosa gioia
è certo, ma per te già non si intende,
perché poca virtù non la comprende.

Il vostro Michelangelo Buonarroti

13.LORENZO

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