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Sono tornato, un ce la fo’ più a sta’ zitto

Son qui a riposare nella Chiesa di Santa Croce a Firenze, o meglio, è quello che vorrei fare.
Son passati parecchi anni dalla mia dipartita da questo mondo poco grato ma son poche le giornate in cui riesco a dormire in pace senza rigirarmi nella tomba che mi disegnò il mio caro amico Vasari.
A proposito: avete vista com’è bella la mia dimora? Il Vasari ha fatto proprio un bel lavoro e a guardarla da fori mi commuove anche me per quanto è triste.
Vi starete domandando il perché non riesca a dormire come mi meriterei. Mah, vedo alcuni titolati critici d’arte che apprezzano certi garbugli, aggeggi o macchie informi di colore su tele di fattura infima che osano definire opere d’arte che io non so’ darmi pace.
… e non ce la faccio più! Ora vo’ parlare anch’io. A’ mi tempi gli artisti erano artisti per davvero, no ciarpini che spacciavano la spazzatura di casa come opera d’arte.
Via giù, per oggi mi sono sfogato assai. Vado a veglio da Galileo, almeno con lu’ posso parlà di cose serie.

 

 

 

 

 

 

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