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Natura e artificio nell’Europa del Seicento e Settecento: il libro

“Natura e artificio nell’Europa del Seicento e Settecento. Artisti, conoscitori e scienziati tra osservazione, invenzione e diffusione del sapere”: così è intitolato il nuovo libro pubblicato da Olschki Editore.

Curato da Michela di Macco, il libro ci trasporta direttamente nel periodo compreso fra il 1680 e il 1750, quando si palesò un grande desiderio di superare con l’arte le cose della natura e le emozioni diventavano visioni ma senza perdere di vista la natura, origine di tutto.

È una raccolta di otto saggi molto ben documentati scritti da altrettanti borsiti che hanno partecipato ai bandi del 2016 e del 2018 relativi al programma di alti studi sul Barocco.

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Il primo saggio che si incontra nel libro è “La bellezza in arcadia. Un percorso tra estetica e storia della critica letteraria”, scritto da Enrico Zucchi, ricercatore di letteratura italiana presso l’Università di Padova.

Nelle opere arcadiche la bellezza è un tema centrale e, proprio nel momento in cui l’accademia definiva la sua identità culturale, nel resto d’Europa venivano date alle stampe opere che stravolsero il concetto di estetica, dando così il via a un nuovo concetto di bellezza che non più immobile e uguale per tutti ma soggettiva.

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Segue il saggio di Giulia Daniele incentrato su nuove ipotesi per i paesaggi seicenteschi della Loggia di Galatea della Villa Farnesina alla Lungara, tirando in ballo il pittore francese naturalizzato romano Francois Simonot, nato nel 1660 e deceduto nel 1731. Documenti alla mano, vengono discussi i suoi interventi in diversi ambienti dei Palazzi Apostolici e alla Loggia di Galatea per l’appunto.

Dario Beccarini invece con i suoi scritti ci porta al cospetto delle stampe antiche e i disegni degli uomini valenti per la fortuna della grafica di paesaggio a Roma, da Sebastiano Resta fino a Nicola Pio. Fra il Seicento e il Settecento ci fu un proliferare di stamperie nei centri urbani che consentirono una maggior circolazione di stampe in tutta Europa. Fra i tanti soggetti proposti su carta, quelli che più ricercati erano i paesaggi.

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Il saggio “La formazione e la figura del pittore di paesaggio tra Seicento e Settecento” è proposto da Elisa Spataro e propone una riflessione sui paesaggi dipinti e le loro peculiarità. Ogni zona della superficie pittorica doveva essere dipinta per accompagnare lo sguardo dello spettatore dal primo pino fino allo sfondo senza perdere di vista le regole prospettiche e il funzionamento dell’occhio umano che mette a fuoco da vicino e tende a vedere in modo un po’ confuso ciò che si trova in lontananza.

A seguire troverete il saggio scritto da Camilla Pietrabassa relativo alla natura urbana a Parigi nelle serie a stampa da Jean Mariette a Charles-Antoine Jombert e il successivo studio proposto da Aurora Laurenti che si snoda fra Parigi e Torino per far luce sulle stampe e l’invenzione per la decorazione intagliata nella prima metà del Settecento.

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Giovanni Santucci ci porta nella letteratura e precisamente nella vasta produzione letteraria di Daniel Defoe con il saggio “Architettura e ornamento in a tour thro’ the wole island of Great Britain”. I tre volumi pubblicati con uno pseudonimo dallo scrittore fra il 1724 e il 1727, propoosero per la prima uno spaccato sull’illustrazione del Regno Unito.

Conclude il libro “Natura e artificio nell’Europa del Seicento e Settecento” il saggio di Alessia Castagnino dal titolo “Per ridurre tutto al facile, per rendere più accessibili le scienze. Esperienze di divulgazione delle conoscenze scientifico-naturalistiche nell’Italia del primo Settecento”, una ricerca sulla produzione editoriale settecentesca.

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Il libro lo trovate QUA

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