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Restauro Cavallo Colossale di Canova: ritrovato il frammento di un libro Settecentesco

Il Cavallo Colossale di Antonio Canova, una delle opere più celebri delle collezioni bassanesi è stato sottoposto a un importante intervento di restauro dopo oltre cinquant’anni di oblio nei depositi dei Musei Civici di Bassano del Grappa.

L’opera in gesso, concepita originariamente come modello per un’opera equestre dedicata al Re di Napoli, venne trasferita al museo nel lontano 1849 per esplicito volere del fratello Giambattista Sartori. Tuttavia, a causa di lavori di riallestimento che ne richiesero lo smontaggio, l’opera fu dimenticata nei depositi e non è stata più riassemblata per un lungo periodo di tempo, durante il quale i frammenti della scultura hanno subito gravi danni.

6_©JPS_Ilaria Zago
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Il progetto di restauro ha avuto inizio grazie all’adozione di nuove tecnologie e al sostegno di enti pubblici e privati, i quali hanno riconosciuto l’importanza di riportare alla luce questa preziosa testimonianza dell’arte neoclassica. L’operazione, eseguita dalla ditta Passarella Restauri, ha previsto varie fasi cruciali: dalla catalogazione accurata dei frammenti, passando per la rimozione dei materiali aggiunti durante il XIX secolo, fino al riassemblaggio meticoloso dei pezzi.

Per garantire la stabilità dell’opera senza causare ulteriori danni, è stata realizzata una nuova struttura portante che sostiene la scultura, evitando che il peso venga scaricato a terra facendo forza solo sulle sue zampe.

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Durante l’analisi diagnostiche è emersa la presenza di materiali aggiunti in epoca ottocentesca, risalenti al primo riassemblaggio della scultura, cioè a quando questa fu trasportata dal laboratorio romano di Antonio Canova a Possagno e, da qui, al Museo di Bassano del Grappa nel 1849.

Tali aggiunte composte da gesso, cocci di mattone, vasellame e fasciame metallico avevano provocato un notevole inspessimento della parte interiore del Cavallo e aumentato di oltre 400 kg il peso della scultura, rendendo necessario un delicato lavoro di rimozione.

L’operazione è stata eseguita manualmente con strumenti di precisione, che ha consentito di risalire alla superficie originale del gesso canoviano, come comprovato dal ritrovamento di un frammento di un libro di tardo Settecento che casualmente era capitato in mezzo all’impasto. 

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Il risultato finale del restauro ha previsto una rifinitura della superficie e l’accurato reintegro pittorico delle lacune, il che contribuisce a mantenere intatta l’armonia visiva della scultura, pur rispettando la sua storia e il suo originale aspetto artistico.

A seguito della mostra milanese, il capolavoro restaurato potrà finalmente tornare a Bassano del Grappa e ritrovare il proprio posto tra le sale del Museo Civico.

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Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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Restoration of Canova’s Horse: Fragment of an 18th-Century Book Rediscovered

Antonio Canova’s Colossal Horse, one of the most celebrated works in the Bassano collections, has undergone a major restoration project after more than fifty years of neglect in the storage rooms of the Civic Museums of Bassano del Grappa.

The plaster sculpture, originally conceived as a model for an equestrian sculpture dedicated to the King of Naples, was transferred to the museum in 1849 at the express request of his brother Giambattista Sartori. However, due to reorganization work that required its dismantling, the work was forgotten in storage and was not reassembled for a long period, during which the sculpture’s fragments suffered serious damage.

The restoration project was initiated thanks to the adoption of new technologies and the support of public and private entities, who recognized the importance of bringing this precious testimony to neoclassical art back to light. The operation, carried out by Passarella Restauri, involved several crucial phases: from the careful cataloging of the fragments, to the removal of materials added during the 19th century, to the meticulous reassembly of the pieces.

To ensure the stability of the work without causing further damage, a new load-bearing structure was created to support the sculpture, preventing the weight from being released to the ground by relying solely on its legs.

During the diagnostic analyses, the presence of materials added in the 19th century emerged, dating back to the sculpture’s first reassembly, when it was transported from Antonio Canova’s Roman workshop to Possagno and, from there, to the Bassano del Grappa Museum in 1849.

These additions, consisting of plaster, brick fragments, pottery, and metal plating, had caused a significant thickening of the Horse’s interior and increased the sculpture’s weight by over 400 kg, necessitating a delicate removal process.

The operation was performed manually with precision instruments, allowing us to trace the original surface of Canova’s plaster, as evidenced by the discovery of a fragment of a late-18th-century book that had accidentally fallen into the mix.

The final result of the restoration included a refinement of the surface and the careful pictorial restoration of any missing parts, which helps maintain the sculpture’s visual harmony while respecting its history and original artistic appearance.

Following the Milan exhibition, the restored masterpiece will finally be able to return to Bassano del Grappa and regain its place among the halls of the Civic Museum.

For now, yours truly, Michelangelo Buonarroti bids you farewell and looks forward to seeing you in future posts and on social media.

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