Pilates fra manoscritti e reliquiari
Se pensavate di averle viste un po’ di tutti i colori in questi ultimi anni forse vi sbagliavate. Dopotutto al peggio non c’è mai fine e ci stiamo inabissando sempre di più. Si è iniziato con l’affittare gli spazi museali per eventi privati con lo scopo di far cassa e sono prolificate cene, sfilate e addii al celibato come quello organizzato nel cortile di Palazzo Pitti. Ma era ancora troppo poco e sono state ideate altre iniziative a dir poco discutibili.
Vi ricordate l’allestimento del campo da tennis nella chiesa di San Paolo Converso a Milano e le sessioni di zumba i nel Museo Egizio di Torino? Ebbene, sappiate che da oggi potete recarvi presso il Museo del Duomo di Vercelli per praticare pilates. Sette lezioni impartite nella Sala del Tesoro il sabato mattina. Quale migliore occasione per guardre da vicino i reliquiari e i manoscritti medievali mentre si stiracchiano gambe e braccia?
Se questa è la strada per incrementare la conoscenza dei capolavori contenuti nei musei italiani siam messi proprio male. Ma c’è bisogno di queste cose qua? Siate seri e restituite ai musei la dignità che gli compete. Non possono essere gestiti alla stregua di semplici aziende che mirano solo al fatturato. Porcaccia miseria ladra.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti che scuote la testa sconsolato
Nel mio paesello abbiamo un chiostro domenicano del XV secolo con annessa Chiesa restaurata con centinaia di affreschi di ottime scuole dell’epoca.
Nel 1994, per il cinquecentenario della consacrazione della chiesa la commissione Cultura organizzò un importante concerto di musica gregoriana (il primo di questo genere nel nostro paese) all’interno della capiente chiesa, aperto a tutta la popolazione.
Ci credi che, contemporaneamente, il Sindaco diede il benestare perché nell’adiacente chiostro si potesse allestire la cena del gruppo artiglieri, con spiedo e gozzoviglie varie che impedirono di godere della musica nella chiesa.
Da tener conto che gli artiglieri non pagavano nulla al comune, mentre il comune pagava profumatamente gli orchestrali.
Tra l’altro fu anche un sindaco che venne rieletto per il secondo mandato.
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Al di fuori di ogni ragionevole logica quello che lei mi ha appena raccontato. Il brutto è che nemmeno ci si fa più caso e cose come quella che lei riferisce vengono ignorate totalmente…non fanno ahimé nemmeno più notizia: è diventata routine mentre si sventolano i numeri dei grandi musei
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Ricordo che quella sera, disgustata, me ne tornai a casa. Io quel sindaco non lo rivotai di certo.
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Comprendo la polemica, potrei avere una sua ipotetica soluzione?
Grazie
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Ci sono luoghi più adatti per praticare pilates
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Si, ma questo è un giudizio.
Per essere più costruttivi, quale potrebbe essere una proposta adeguata?
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Ma proposta per cosa? Per non trasformare i musei in aziende? Eventi ingiustificabili per introiti che non vengono convogliati nè in assunzioni di personale ( e ce ne sarebbe bisogno eccome) nè in opere di restauro
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Tralasciando il fatto che l’idea del pilates è ripugnante. Credi davvero che si possa uscire da una logica di business oggi e che le istituzioni italiane possano esimersi da un ruolo che si fa in tutto il mondo?
Secondo me va ripensato il sistema museale e riadattato alle nuove esigenze. Ahimè, questa moda è americana, è europea e quanto punto anche italiana.
Oltre questa disapprovazione non andiamo perché per generare introiti occorre anche tener conto di molti aspetti che a noi non piacciono.
Sul ripensare alla qualità del personale, sono d’accordo. Sulle azioni di restauro, invece, il supporto può arrivare solo in una combinazione filantropica di privati (io la vedo molto difficile).
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*questo
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Certo che si può ma è la volontà di farlo che manca. Adattarsi a nuove esigenze non vuoldire sottostare a giochetti di marketing
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