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Amore e Morte: la recensione

Potevo non andare a vedere il docu-film incentrato sulla vita e sulle opere mie? Ebbene, ieri sera mi son vestito ammodino, ho indossato le scarpe più belle che avevo per l’occasione e sono uscito notte tempo da Santa croce per intrufolarmi in una delle poche sale che proiettavano Michelangelo: Amore e Morte. Dentro il cinema saremo stati in tutto una quindicina di persone a voler esagerare. Embè, ho pensato fra me e me, possibile che la mia vita interessi a così poche persone?

Dopo averlo guardato con attenzione vi posso dire che non mi è piaciuto molto per diverse ragioni. C’è qualche errore non così trascurabile soprattutto quando viene fatto da un addetto ai lavori. Per esempio il vice direttore dei Musei Vaticani sostiene che il programma iconografico della volta sistina venne imposto da papa Giulio II ma non è affatto così. Il pontefice mi commissionò gli affreschi optando per la raffigurazione dei dodici apostoli. Iniziai a disegnare le figure e esistono ancora un paio di studi della prima versione. Poco dopo mi accorsi che era cosa da poco e chiesi ottenendo carta bianca.

Il docu-film ripercorre tutta la mia vita per sommi capi e presenta alcune opere mie. A mio avviso manca di logica il fatto di presentare nel dettaglio opere molto discusse e di assai dubbia attribuzione come i due uomini sulle pantere in bronzo e tralasciare lavori cardine della mia produzione artistica come il Tondo Doni e la Pietà Rondanini. Vero è che i tempi cinematografici non avrebbero permesso di descrivere seppur sommariamente ogni opera, però indubbiamente sarebbe stato opportuno fare una scelta migliore.

E’ un po’ spiazzante sentir raccontare delle opere mie mentre sullo schermo scorrono lavori di altri artisti. Ascoltando il chiacchiericcio di un paio di donne alle spalle ho carpito un “ah, bellissimo questo lavoro di Michelangelo” in più di una occasione quando in realtà, col Giasone di Francavilla e con Oceano del Giambologna e la sua fontana di Sala Grande, ho poco a che fare. Magari sarebbe bastata una didascalia in sovrimpressione con il nome dell’artista per evitare malintesi, tutto qua.

Ho ascoltato la voce narrante descrivere minuziosamente la Notte mentre sullo schermo veniva fatta vedere con bellissime inquadrature l’Aurora. Ho sentito descrivere per grandi linee le lunette della Cappella Sistina mentre scorrevano le immagini delle vele. Mica ho capito perché nelle inquadrature della volta non sono state riprese neanche per un secondo né i pennacchi né le lunette…bah.

Il David è stato fatto descrivere dalla proprietaria di un laboratorio di scultura di Carrara. Non era forse meglio scegliere un’altra figura? Si sarebbe molto ancora da discutere su questo film ma la finisco qua. Non voglio infierire oltre.

Sono entrato in sala pieno di aspettative e sono uscito un po’ amareggiato. Il film si chiude con la Pietà Bandini e nessun accenno alla Rondanini, la mia opera ultima e la più sofferta.

Per il momento vi saluto sperando a questo punto di trovare un po’ di soddisfazione nel prossimo film su di me di Konchalovsky. Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti.

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1 commento »

  1. Confesso che pur non essendo un’addetta ai lavori ha deluso anche a me questo documentario. Non c’è stato spazio al Pensiero di Michelangelo, al suo rapporto con gli Spirituali, e nei 90 minuti potevano essere meglio commentate le opere più importanti, tralasciando le pur interessanti parti che riguardavano le cave di marmo (bastava un’accenno) ed evitando delle ripetute osservazioni ; il fatto che conoscesse benissimo l’anatomia del corpo umano lo si evince dalla perfezione scultorea, eppure è stato detto più volte rubando spazio ad altro. Non si dovrebbe condensare la storia di un artista del suo calibro in così poco tempo e così superficialmente in un “evento” a pagamento; l’avrei accettato da un doc tv, ma ho percepito invece poca “ricerca” da parte degli autori per un uscita che avrebbe dovuto accrescere la conoscenza del più completo e geniale uomo del suo tempo. Per fortuna mi consolo sul Tuo blog.

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    • Il documentario ha tralasciato molti aspetti sia della mia vita personale che delle mie opere. E’ un po’ difficile capire l’importanza di alcune opere mie senza avere nessuna informazione relativa alla mia maniera di rapportarmi alla Chiesa o non avendo idea del contesto sociale dell’epoca. Non vengono nemmeno citate opere fondamentali nella mia produzione come il Tondo Doni, gli affreschi paolini e la Pietà Rondanini. E’ stato proprio costruito male e molto spesso la voce narrante racconta tutt’altro da ciò che viene mostrato traendo in inganno gli spettatori. La ringrazio per seguirmi

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  2. Che ci vuoi fare, caro Michelangelo, non sempre chi scrive un libro o chi fa un film, ha il tempo, la voglia, l’intelligenza e l’umiltà di approfondire gli argomenti e di cercare la verità.

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