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Affrescare il Giudizio Universale

Per dipingere il Giudizio Universale utilizzai la tecnica del buon fresco, conosciuta anche come affresco. Sebastiano del Piombo sosteneva che l’intero lavoro fosse fatto con colori a olio ma invece quelli li adoperai solo per la parte che si trova più in basso, quella dei dannati e dei demoni per intenderci. Avevo bisogno di ottenere delle tonalità quasi metalliche di azzurro e di verde e quell’effetto non può essere reso così bene se non miscelando olio ai pigmenti puri.

Se osservate bene l’opera, vi renderete conto che mancano quasi del tutto i colori limpidi, le velature e le pennellate liquide che invece sono una costante nella volta della Sistina. Gli impasti cromatici corposi stesi con pennellate grasse e veloci sostituiscono in toto le velature. Non ci sono nemmeno le preparazioni in verdaccio, in terra verde o in terra d’ombra che talvolta adoperai per le storie della Genesi. Preferii velocizzare il lavoro stendendo sull’intera immagine una preparazione bruna da modellare poi con mezzi toni e luci.

Non mancano poi i pentimenti e le correzioni fatte a secco grattando prima il colore ma senza intaccare l’intonaco sottostante. E’ un po’ come quando uno scrittore si appresta a scrivere un libro. La bozza sarà destinata a subire continue limature, ripensamenti e cambi di frasi fino a quando non andrà in stampa.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti

giudizio-universale

 

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